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Sismologia e sismografi

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view post Posted on 4/7/2017, 13:38

radon 222

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Al contrario dell'Astronomia, la Sismologia è purtroppo una delle scienze in cui è difficile, se non impossibile, cercare di contribuire o di fare qualcosa da amatore. In questo magari è più vicina alla Meteorologia dove tu puoi costruirti una stazione meteo ma non riuscirai certamente a fare delle previsioni affidabili nell'arco temporale dei giorni sulla base dei soli dati della tua stazione.
Il motivo, come nella Meteorologia, è dovuto al fatto che con una sola stazione sismica, anche sofisticata, non ci puoi fare molto. Hai bisogno di una rete che comprenda la tua area di interesse. Ogni stazione dovrebbe avere uno stadio di digitalizzazione e trasmissione dei dati, ci deve essere poi un posto dove questi dati arrivano e vengono memorizzati e analizzati. Il numero delle stazioni dipende dalla magnitudo minima che vogliamo cercare di registrare: più è bassa più stazioni ci vogliono (oppure devono essere più sensibili) perché i terremoti deboli sono... deboli e vengono percepiti nel raggio di qualche decina di chilometri. Inoltre guasti ed interferenze sono sempre in agguato per cui più stazioni puoi avere e meglio è. Inoltre se si vuole calcolare il cosiddetto "meccanismo focale" cioè l'orientazione della faglia che ha originato il sisma, servono parecchie stazioni.
A volte quelle che hai non ti bastano, ad esempio per gli eventi che si verificano vicino ai confini oppure per quelli che vengono ricevuti su grosse aree. Per questo, da anni, tutti i sismogrammi sono in condivisione pressoché mondiale. Sia il fatto che i sismogrammi sono in condivisione, sia il fatto che i terremoti forti vengono rilevati dalle stazioni all'estero, rendono impossibile qualsiasi ipotesi di nascondere o di sottostimare un terremoto.

Anche avendo tutto questo, da soli si può fare poco, specialmente se viviamo in zone ballerine. Gli eventi registrati nell'Italia Centrale a partire da Agosto 2016 sono oltre 70.000 e sono stati localizzati solo quelli più forti mentre per il resto ci si impiegherà mesi e forse qualche anno di lavoro per i cosiddetti analisti, cioè quelli che in campo sismologico sono esperti nell'eseguire la localizzazione di un evento a partire dai sismogrammi e il calcolo del meccanismo focale, quando possibile.

In Italia la rete principale è stata progettata, installata, manutenzionata e gestita dall'INGV. Oggi copre tutto il territorio nazionale, isole comprese. Rimangono scoperti i fondali marini, alcuni dei quali si sospetta o si sa già che sono sedi di terremoti. Ma installare un sismografo sul fondo del mare pone diversi problemi a partire dalla teletrasmissione dei dati. Attualmente sono stati sperimentati sismografi senza teletrasmissione, che quindi registrano dati che vengono analizzati successivamente, ma anche qualche sismografo in teletrasmissione che fa uso dei cavi in fibra ottica utilizzati per l'esperimento INFN Nemo e KM3, cioè il dimostratore (NEMO) e l'osservatorio di neutrini (KM3) che l'INFN sta costruendo in fondo allo Jonio a circa 3000m di profondità.
www.km3net.org/
Oltre alla rete principale esistono diverse piccole sottoreti, ad esempio la rete che monitora l'Etna e le isole Eolie, gestita dall'Osservatorio Etneo, sezione dell'INGV, o quella del Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia, gestita dall'Osservatorio Vesuviano, sempre INGV. Poi ci sono altre piccole reti a gestione universitaria e forse anche amatoriale. Altra rete importante è quella accelerometrica (i sismografi forniscono un segnale in funzione della velocità del terreno) che è pensata per registrare i segnali più forti, dove i sismografi più vicini vengono saturati, il loro possibile effetto di amplificazione dei terreni e la correlazione con gli effetti sugli edifici. E' gestita dal Dipartimento di Protezione Civile (DPC).

Tutti i segnali della rete INGV convergono alla sede dell'INGV di Roma.Il primo che vede e analizza tali segnali non è però un umano ma una macchina. Se riconosce un evento cerca anche di calcolare l'ipocentro e la magnitudo (con un algoritmo semplificato ma di veloce esecuzione) e quindi emette un allarme di qualche tipo. A questo punto la palla passa ai tizi che stanno davanti ai monitor H24, i turnisti. Questi controllano che non si tratti di un falso allarme e ne controllano la magnitudo. Se non è un falso allarme e la magnitudo supera la soglia di 2.5 parte una procedura di comunicazione al DPC, questo, credo, entro i primi 5 minuti dall'evento. Dopodiché i turnisti ricalcolano manualmente l'evento, anche se inferiore a 2.5, perché la procedura automatica può anche sbagliare (il problema principale è beccare il primo arrivo sul sismogramma) e può succedere sia una sovrastima che una sottostima della magnitudo da parte del programma automatico. Se la stima del turnista è migliore, sostituisce nel catalogo online (e in tutti gli altri cataloghi) quella automatica. Dopodiché la palla passa agli analisti che invece riguardano visivamente tutti i segnali alla ricerca di quelli deboli sfuggiti alla procedura automatica e quindi ricalcolano epicentro e magnitudo di quelli già noti e di quelli scovati da loro. Se ottengono un risultato migliore aggiornano il catalogo.
Questa maniera di agire è comune a tutti i servizi sismici, specialmente la prima analisi automatica.

Ogni tanto succede qualche errore come il fantomatico M5.1 a cui causa mi sa essere stata la coincidenza tra un evento locale e l’arrivo di un evento lontano nelle Filippine L’evento filippino è avvenuto diversi minuti prima ma le onde ci hanno messo alcuni minuti per arrivare in Italia.

Da amatori, quindi, con un solo sismografo, si può vedere che c’è stato un evento e stimare la distanza in base alla lunghezza dell’evento. Nei libri e negli articoli divulgativi leggete sempre di onde P ed S ma nei sismogrammi degli eventi in Italia le S sono molto difficili da individuare tanto che i programmi di localizzazione automatica usano solo le P, cioè l’inizio dell’evento, dopodiché realizzano una regressione fino a trovare una soluzione solo in base ai tempi di arrivo. In Giappone, ad esempio, la situazione è diversa. Li i forti terremoti avvengono spesso in mare a qualche centinaio di km di distanza per cui alle stazioni la differenza tra le P e le S (ma spesso le onde più ampie sono quelle di superficie) diventa di diversi secondi o decine di secondi per cui è perfino possibile realizzare un allarme, come è stato fatto, mentre in Italia ciò non è possibile.
 
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view post Posted on 5/7/2017, 19:44

radon 222

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Aggiungo la procedura INGV
Dopo quanto tempo da un terremoto vengono determinati ipocentro e magnitudo?
E dopo quanto tempo queste informazioni sono disponibili sui siti web dell’INGV e nell’App INGVterremoti?
https://ingvterremoti.wordpress.com/faq/fa.../#_Toc423523385
 
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