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Elenco sedi nucleari italiane

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EmmettBrown
view post Posted on 19/8/2011, 15:54 by: EmmettBrown
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sabato, 20 settembre 2008
scorie radioattive in Italia

Vediamo di tracciare una piccola mappa delle “scorie” italiane.

Centrale di Trino Vercellese (Vercelli)
I lavori per la centrale nucleare “Enrico Fermi” (Edison – poi ENEL), ad acqua in pressione (Pwr) ed uranio arricchito, iniziarono nel 1961 e si conclusero tre anni dopo. Nel 1967 il reattore fu fermato per una fessurazione in una delle guaine d’acciaio di una barra di combustibile, e restò inattivo per tre anni. Nel frattempo però scaricò Trizio radioattivo (radionuclide che si sostituisce all’idrogeno dell’acqua) nelle acque della Dora e del Po.
Dopo l’incidente di Three Mile Island, nel 1979 l’impianto venne nuovamente fermato per i necessari adeguamenti tecnici. Il reattore ritornò in funzione nel 1983, per fermarsi definitivamente quattro anni dopo.
Attualmente conserva al suo interno 780 metri cubi di scorie radioattive e 47 elementi di combustibile irraggiato per circa 14,3 tonnellate.

Impianto nucleare EUREX di Saluggia (Vercelli)
Si tratta di un impianto destinato al riprocessamento di combustibili dei reattori di ricerca della Comunità Europea. E’ fermo dal 1984 ed é al momento utilizzato come deposito di rifiuti radioattivi: ne conserva 1.600 metri cubi assieme a 53 elementi di combustibile irraggiato (poco più di 2 tonnellate).
Si é di recente (maggio ’06) parlato di perdite di acqua irraggiata dalla piscina di stoccaggio, notizia smentita da fonti ufficiali Sogin che hanno negato la contaminazione esterna all’impianto, ma che ha comunque preoccupato la popolazione locale.

Deposito nucleare di Saluggia - Avogrado (Vercelli)
Originariamente destinato a deposito di combustibile irraggiato per l’ENEL, attualmente é destinato allo stoccaggio di materiale radioattivo. Conserva 25 metri cubi di rifiuti radioattivi e 371 elementi di combustibile irraggiato (circa 80 tonnellate).

Impianto nucleare di Bosco Marengo (Alessandria)
L’impianto FN- Fabbricazioni Nucleari (Ex ENEA), destinato alla fabbricazione di combustibile per i reattori, é in fase di disattivazione. Conserva 250 metri cubi circa di scorie radioattive.

Centro nucleare CCR-ISPRA (Varese)
Impianto per la ricerca nucleare, con un reattore di ricerca Ispra 1 in corso di disattivazione, un reattore nucleare di ricerca ESSOR in corso di disattivazione, un deposito di materiale radioattivo in esercizio, un laboratorio per la misurazione di Uranio e Plutonio, un laboratorio per la ricerca di Trizio. Conserva circa 2.600 metri cubi di materiale radioattivo e alcune decine di elementi di combustibile irraggiato.

Impianto nucleare di Legnano (Milano)
Destinato alla ricerca universitaria, é al momento in esercizio e conserva poche decine di metri cubi di rifiuti radioattivi e alcune decine di elementi di combustibile irraggiato.

Reattori per la ricerca (Pavia e Milano)
I reattori nucleari LENA dell’Università di Pavia e CESNEF di Milano sono destinati anch’essi ad attività di ricerca. Sono tutti e due in funzione e conservano poche decine di metri cubi di materiale radioattivo e alcuni elementi di combustibile irraggiato.

Centrale di Caorso (Piacenza)
È la più giovane e la più grande centrale nucleare italiana (ex ENEL), con reattore ad acqua bollente e uranio arricchito (Bwr). E’ in condizioni di arresto a freddo dall’ottobre 1986. Non ha avuto vita facile. Basti pensare che il 26 maggio 1978, il giorno del collegamento della centrale alla rete elettrica, si sono avute limitate fughe di radioattività nel reparto turbine. E poi valvole che non tengono, tiranti che sostengono i tubi del gas radioattivo mal progettati, calcoli errati… eppure tra alti e bassi é rimasta attiva per quasi 8 anni.
Nel perimetro della centrale é ancora stoccato il combustibile utilizzato in fase di esercizio, trasferito nelle piscine di decadimento. Vi sono immagazzinati anche rifiuti radioattivi che derivano per lo più dal periodo di esercizio e, in misura minore, dalle attività di smantellamento: più o meno 6.800 fusti da 220 litri ciascuno, per un totale di 1.800 metri cubi circa, più 186,5 tonnellate circa di combustibile.

Reattore nucleare RB-3 di Montecuccolino (Bologna)
E’ un reattore destinato ad attività di ricerca, in gestione all’ENEA: attualmente é in fase di disattivazione.

Reattore nucleare CISAM di Pisa
E’ un impianto destinato alla ricerca militare. E’ in fase di disattivazione e conserva pochi metri cubi di scorie radioattive e alcuni elementi di combustibile irraggiato.

Deposito della Casaccia (Roma)
Si tratta di una struttura di ricerca, che vede coinvolta l’ENEA, con al suo interno tra l’altro:

* l l’impianto NUCLEO per il trattamento e la conservazione di rifiuti radioattivi a bassa radioattività
* il laboratorio di ricerca Ethel e il laboratorio Perla per la misurazione di uranio/plutonio;
* l’impianto denominato
. Si tratta di un impianto pilota per la fabbricazione appunto di plutonio, attualmente fermo e destinato alla gestione di rifiuti radioattivi. 60 metri cubi circa i rifiuti stoccati;
* l’impianto , utilizzato per esami post irraggiamento, é stato fermato e destinato allo stoccaggio di rifiuti nucleari e di 100 chilogrammi di combustibile irraggiato;
* il reattore nucleare
, in funzione, destinato ad attività di ricerca. Conserva 147 elementi di combustibile irraggiato;
* il reattore nucleare , anch’esso in funzione e destinato ad attività di ricerca.
Nel 1974 un contenitore di plutonio conservato all’interno del perimetro della struttura di spacca. Non si é mai saputo altro.

Centrale di Latina (Borgo Sabotino - Latina)
E’ stata la prima centrale nucleare (ex ENEL) ad entrare in funzione in Italia, con un reattore a gas grafite e uranio naturale (GCR - Magnox): all’epoca della sua inaugurazione era la più grande centrale d’Europa destinata alla produzione di energia elettrica civile. Progettata a partire dal 1957, collegata nel 1963, arrestata più volte (due arresti per mancata alimentazione tra il febbraio ed il marzo 1969), é inattiva dal 1986 e ospita circa 900 metri cubi di scorie radioattive.

Centrale del Garigliano (Sessa Aurunca – Caserta)
Costruita alla fine degli anni 50 (Ex ENEL) con un reattore ad acqua bollente (Bwr) e uranio arricchito, ebbe un funzionamento discontinuo: nel 1964 si sfiorò la catastrofe per un guasto al sistema di spegnimento d’emergenza del reattore; solo nel 1969 subì sette arresti per guasti. Nel 1978 un guasto tecnico a un generatore di vapore secondario spinse l’ENEL a disattivare l’impianto per l’elevato costo di sostituzione.
Il programma di smantellamento e il completo ripristino ambientale dell’area, posta tra i fiumi Volturno e Garigliano, é previsto entro il 2016. Sono circa 1.900 metri cubi le scorie radioattive attualmente stoccate nella centrale.

Impianto ITREC di Rotondella (Matera)
Ex impianto pilota dell’ENEA destinato allo studio del ciclo Uranio/Trizio, é inattivo dal 1978. Ad oggi é utilizzato come impianto per la gestione di rifiuti radioattivi e conserva 2.700 metri cubi di scorie e 64 elementi di combustibile irraggiato (per circa 1,7 tonnellate) provenienti da una centrale nucleare americana.
Vi sono poi alcuni depositi destinati alla raccolta di materiale a bassa radioattività e sorgenti radioattive dimesse provenienti per lo più da impieghi medici e industriali: si tratta dei depositi di Compoverde (Mi), della Controlsonic (Al), del CRAD (Ud), di Gammatom (Co), della Protex (Fo), della Sorin (Vc) e del Cemerad (Ta). Complessivamente il volume dei rifiuti conservati ammonta a circa 5.600 tonnellate.

http://energianucleare.blog.kataweb.it/200...tive-in-italia/
 
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