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Si però pare che adesso i livelli siano bassissimi e sembra che il contagio risalga a circa 2 mesi fa, i 2 isotopi che citi si sarebbero al massimo dimezzati ma serebbero ancora fortissimi. Però stiamo ancora parlando per ipotesi perche non sappiamo i livelli attuali e gli isotopi rilevati, sono solo voci. Comunque uccidere una persona con tali isotopi a dosaggi da uccidere in pochi giorni è cosa a disposizione solo ad enti governativi.
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Fonte Corriere della sera.
Qual è l’esito delle analisi?
Dal referto, letto al Corriere, emergono i seguenti valori: «Cobalto 0,7 microgrammi al litro («Il livello di tossicità è considerato 40 — spiegano i medici — e sotto i 10 non è mai trattato con cure mediche»); Cromo 2,6 («Il livello di tossicità è considerato 800»); Molibdeno plasmatico 2,6 («Non ci sono livelli di guardia fissi perché non ci sono casi di tossicità acuta noti»); Nichel ematico 2,8 («Il livello di tossicità è almeno 100 volte superiore»); Antimonio plasmatico 3 («Non ci sono livelli di guardia fissi perché non ci sono casi di tossicità acuta noti»); Cadmio 1,2 («Fino a 1,5 è nella norma»), come dentro la soglia risultano tutti gli altri valori rimanenti». Per il Centro Antiveleni di Pavia non sono presenti — in sintesi — livelli tossici.
Perché la Procura ipotizza agenti radioattivi?
Fonti della Procura sostengono che «i livelli dei cinque metalli pesanti con i valori alterati non sono da sottovalutare perché pari a quelli di chi ha lavorato per trent’anni in una fonderia». Le loro radiazioni, che non sono state però ancora misurate, possono essere letali. È un’ipotesi che gli investigatori formulano dopo che gli altri accertamenti clinici non sono arrivati a nulla. La possibilità al vaglio della Procura è che i metalli pesanti potessero essere presenti nel corpo di Imane Fadil in maniera massiccia già prima del ricovero, assunti direttamente o per l’esposizione di una fonte radioattiva.
La tesi dell’avvelenamento è l’unica in campo?
No. La Procura non esclude nulla: «È tutto ancora da accertare. Potrebbe trattarsi anche di una tremenda malattia — dice il procuratore Francesco Greco —. Spero che la scienza riesca a risolvere il problema».
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