Dunque: sono state circa due ore estremamente interessanti; 5 piani di centrale nucleare a due passi, tutta per noi
.
Abbiamo iniziato con una spiegazione generale del funzionamento, il tipo di reattore, com'è strutturato tutto l'impianto, le curiosità più disparate a cui abbiamo ulteriormente alzato il livello con le nostre domande: alla fine il tizio che ci faceva da guida, non aveva più voce.
Siamo stati nella sala controllo sempre con tutta la strumentazione originale, (non lo vuoi premete il pulsante di SCRAM?? già che ci siamo
) tutto elettromeccanico: 8 persone fisse a turno per sorvegliare che tutto funzionasse a dovere. Quella specie di quadranti con l'ago e la carta, sono propio del tempo che fu; l'inchiostro cola dagli aghi dando una impressione di "vissuto".
Lì ci hanno spiegato con l'ausilio di un video a schermo, le fasi del decommissioning e quello che è già in progetto: soffermandosi sul fatto che per smantellare il nocciolo in grafite, ancora non c'è una soluzione condivisa da tutti i paesi che hanno questa tipologia di reattori; sono allo studio alcuni progetti.
Ovviamente come ci spiegava, anche se domani trovassero il modo, sarebbe inutile in quanto ancora non c'è il deposito nazionale, e quindi non ci sarebbe modo di stoccare la grafite una volta condizionata nei fusti col cemento.
Personalmente ho apprezzato la franchezza della guida quando ha detto: essendo il deposito nazionale qualcosa di strategico, poichè vanno convogliati in esso anche i rifiuti radioattivi medicali ed industriali, una volta individuato il luogo adatto per caratteristiche sismiche, alluvionali, terreno.... ovunque esso sia, lo si costruisce e basta: se al locale colore politico non gli sta bene, pazienza, in caso di tumulti c'è l'esercito" testuali parole che condivido al 100%.
Siamo passati poi a fare tutto il giro esterno del perimetro, all'ombra delle gigantesche caldaie, (e sotto lo sguardo vigile del Cirene)
dice le taglieranno a "fette" direttamente in loco, senza rimuoverle e stenderle per orizzontale, è la soluzione più efficiente.
Sul lato destro poi c'è la zona di condizionamento dei fanghi derivati dallo svuotamento delle piscine del combustibile, ed accanto il magazzino ove sono conservati i fusti già cementati e pronti per lo stoccaggio definitivo.
Poi abbiamo gli impianti di compattazione e quello di taglio e decontaminazione dei metalli, non li abbiamo visitati, ma la spiegazione è stata bella corposa.
Il top di gamma lo si raggiunge tramite un comodo montacarichi fino al quinto piano, propio sopra al piano di carico del reattore: qui erano presenti le due macchine per il carico e scarico del combustibile, ora smantellate, ma si può vedere sempre l'enorme trave di ferro che serviva da carroponte.
Siamo poi scesi per le foto dentro al locale di partenza, terminando così la visita.
Io ci tornerei anche domani
Nota agrodolce: la centrale di Latina è stata costruita dal 1958 al 1963: in soli 5 anni in quegli anni, (scusate il gioco di parole) sono passati dalla nuda terra a qualcosa di tremendamente complesso: oggi i 5 anni non siamo in grado neppure di riparare una strada.